giovedì 8 aprile 2010

Ritorni

La verità è che la vita è un lungo ed infinito ritorno a casa... verso una casa che non conosci, che non sai di aver lasciato finché non ci fai ritorno. Quella che chiami casa, in realtà non è altro che il posto in cui vivi, provvisoriamente, ma non è detto che sia la tua vera casa. Non puoi sapere, se ti allontani, di trovarla veramente quando ci torni. Ed alla fine del viaggio puoi scoprire che non era altro che un'illusione, il ricordo di un posto visitato solo nei sogni, inesistente... e che la vera casa, quella a cui sei destinato a giungere, non l'hai ancora trovata. E non sai nemmeno dove cercarla. Passi la vita come un profugo, da un posto all'altro, ed all'improvviso realizzi che la tua casa te la sei portata dietro, in un amico, una donna, un libro, una musica che ti sei conservato per tutto il viaggio, che ti ha accompagnato per tutti i cazzo di chilometri percorsi e che ogni volta che tornavi da quella persona, che aprivi quelle pagine o risentivi quelle note nelle orecchie, ecco eri a casa anche in mezzo alla tempesta, da solo, sotto un cielo limpido di stelle, ovunque tu fossi.
Quella è casa, dove lasci un pezzo della tua anima, e dove sai di ritrovarlo ogni volta che lo cerchi. Era casa prima e lo sarà sempre e comunque, è un luogo della mente, e non un posto vero e proprio. Era casa nelle tende attorno alla città assediata, ed è casa tremila anni dopo, in una città impossibile da immaginare, piena di auto, di rumore, di smog. Se il viaggio dura migliaia di vite, allora la casa è il viaggio attraverso queste vite, indelebilmente segnate dalla ricerca di una casa nuova. Diversa. Ma sempre la stessa, comunque la chiami, ovunque tu voglia collocarla. Un'amicizia, un amore, un sentimento... alla fine la casa è semplicemente uno stato d'animo, e alcuni fortunati lo trovano localizzato nella casa, nel luogo dei loro avi... beato Nestore. Ma altri... ad altri è dato un fato da viaggiatori. La loro casa è nel prossimo porto. Sempre il prossimo. Odisseo non è mai tornato veramente a casa. E nemmeno Diomede, per la semplice ragione che la loro casa era qualcos'altro, qualcosa che li divorava da dentro, obbligandoli a cercare altrove. Non c'entra il fatto di perdersi nelle tempeste, di cercare altri posti perché da quella che credevi esser casa tua ti hanno cacciato. No, non c'entra. Ci sono anime viaggiatrici, che vivono solo quando camminano, quando percorrono grandi distanze. Ma sto dicendo una grande stronzata, è così per tutti. Ogni vita è una storia diversa, un altro viaggio verso altre case, altre mete. La sola casa che abbiamo è il pezzo di carne con cui ci rivestiamo ed anche se viviamo da eremiti urbani, alla fine siamo in viaggio verso una casa che ci aspetta, che cerchiamo infinitamente.

Che sto dicendo? Non ne ho la più vaga idea...