Ci ho ripensato in seguito al modificarsi, per fortuna in positivo, del mio stato d'animo, di recente. Ed ho ritrovato anche voglia di scrivere ed ispirazione, anche se è pur vero che ce l'ho finchè non arrivo a casa, allora la stanchezza mi vince insieme con la comodità del piumino, e non riesco quasi mai a scrivere tutto quello che penso. Eppure questo pensiero mi insegue. Ci sono cose che a volte immagini soltanto, racconti come sogni, e finiscono per diventare in qualche modo reali. Faccio un esempio a cui mi sto di nuovo appassionando, che è il mondo di Tolkien: lo scrittore lo ha immaginato, sognato, raccontato. La storia ha toccato infiniti lettori, ed è diventata una serie di film, per altro bellissimi, e anche un mondo che per tantissimi fans non è solo un luogo della mente ma in qualche modo è reale, attraverso il cosplay a tema. Ed i luoghi della mente sono tanti, non solo quelli legati ad un romanzo fantasy. Anche luoghi reali sono diventati luoghi della mente, quando la loro presenza si è diffusa nelle storie di coloro che non ci sono mai nemmeno stati, ma li hanno citati nelle loro storie. E così che è successo a tanti posti, da Venezia a New York, per dirne due a casaccio.
Contemporaneamente mi vengono in mente un paio di conoscenti con cui avevo parlato circa un anno fa, proprio su questo tema.. o meglio, su un tema collaterale, che è quello di riuscire a vivere l'esistenza con fantasia, con immaginazione. I due fanno parte di tutta quella a mio personalissimo avviso triste schiera di persone senza fantasia, ancorati solo alla realtà, che percepiscono l'immaginazione come se fosse una menzogna, una falsità che nega il mondo reale, senza riuscire a capire che la fantasia non è un colore in meno, semmai è un colore in più... non so davvero come si riesca a vivere senza immaginare anche universi paralleli, senza pensare a come raccontare la realtà, oltre che a viverla. Pensare a narrare il reale è un modo per viverlo più volte, per sovrapporre strati esistenziali al reale, per scendere in profondità, per spiegarlo e vederlo da punti di vista alternativi. Vivere senza questo genere di prospettiva mi pare vivere con i paraocchi...
Per me la realtà è come una torta multistrato: quella che si vede è solo la superficie, ma ci sono altri strati, altri luoghi, sotto e sopra, che si possono indagare. E tanti sono quelli che esistono solo nella testa di chi guarda e cerca, ma per quale ragione non dovrebbero esser veri?