lunedì 7 novembre 2011

Gatti e pioggia

Anacleto si è trasformato. Non è più un gatto, almeno, non esteriormente. Dentro lo so, è ancora un gatto, sa di esserlo e per dimostrarlo mi lancia un flebile miagolio quando gli passo accanto. Ma esteriormente non lo è decisamente più. Si è trasformato del tutto in un cuscino peloso rotondo, di corpose dimensioni ed onesto peso, incollato al divano, da dove sorveglia tutto con la sola parte vivente del suo corpo, l'orecchia destra. Quel triangolino peloso si inclina nella mia direzione ogni volta che mi muovo e dal corpicino appallottolato emerge un flebile cigolio ogni volta che mi avvicino, e se mi azzardo a toccarlo, partono le fusa ed emerge una minuscola fettina di occhio, a guardarmi curioso e quasi divertito. 
Quanto lo invidio. Vorrei ogni tanto poter invertire le nostre posizioni, io acciambellata sul divano a dormire e cigolare, e lui a girare per casa, per preparare due cene in tempi diversi, una spesa doppia, le bollette, un lavoro sgradito... e tante coccole e grattini quando torna a casa. 
Ok. Le ultime sono le sole che gradisco anche da bipede.